BBc Arabic: l’intervista a Salam ONG sui minori non accompagnati scomparsi in Italia

//BBc Arabic: l’intervista a Salam ONG sui minori non accompagnati scomparsi in Italia

Pubblichiamo l’intervista rilasciata dall’Associazione Salam Ong alla BBC Arabic, in lingua araba. Nella prima parte dell’articolo, si fa un breve resoconto del fenomeno migratorio in Italia, e in particolare vengono resi noti  i numeri dei migranti arrivati a Taranto dal 2014 al 2015: più di 20mila persone. L’Associazione Salam, che opera dal 2010 nella cooperazione internazionale , e nello specifico coi popoli del Mediterraneo, si occupa di accoglienza dei migranti in collaborazione col Ministero degli Interni, Prefettura, Marina Militare, Ufficio Immigrazione della Questura. Collabora nelle operazioni di soccorso  dei migranti giunti al porto di Taranto, insieme ad altri enti (Croce Rossa, Prefettura, Comune, Protezione Civile, Forze dell’Ordine, ed altre associazioni) presenti al momento dello sbarco sul posto.

L’Associazione Salam col supporto dei mediatori culturali procede alla registrazione dei migranti giunti al porto individuando fin da subito i minori  accompagnati e non.  Questi ultimi, soggetti vulnerabili, vengono subito indirizzati in strutture specializzate e inseriti in progetti ministeriali, e affidati ai servizi sociali.

Tra il 2014 e il 2015 i minori arrivati sul territorio italiano e accolti dall’Associazione Salam sono 850 bambini, di cui 407 spariti. Queste “assenze” sono state segnalate alle forze dell’ordine. Ci si domanda dunque: dove e come sono spariti questi bambini? la risposta: in vari modi.

In particolare, i minori non accompagnati egiziani al loro arrivo in Italia iniziano a parlare con i mediatori culturali dell’Associazione. Raccontano il loro viaggio dall’Egitto in Italia. “La storia inizia quando il bambino arriva in Italia e riceve una telefonata dal Paese d’origine da parte dello scafista…. che lo spinge ricattandolo a lasciare il posto in cui è stato inserito dal governo italiano, e andare a lavorare per poter saldare il conto: il costo del viaggio che è stato già accordato con la famiglia”.

Per esempio, la famiglia deve pagare 2000 euro: 1000 euro vengono anticipati dalla famiglia prima del viaggio, ed il resto, gli altri mille euro sono a  carico del bambino costretto a lavorare per saldare. Il minore sarà costretto a lavorare illegalmente.

Purtroppo quei bambini sono diventati vittime degli scafisti, che li utilizzano per svolgere lavori illegali: dalla prostituzione, allo spaccio di droga, fino ai furti, e al lavoro nero nei mercati. “L’ Associazione Salam ha segnalato la fuga di quei bambini, consegnato i numeri telefonici degli scafisti che stanno sia in Egitto che in Italia alle Autorità Italiane. Il minore al suo arrivo nel territorio italiano rilascia informazioni sufficienti sugli scafisti che stanno in Egitto. Nonostante ciò le Autorità Italiane non sono autorizzate a intervenire sul territorio egiziano perchè non c’è un accordo tra i due paesi, al contrario di ciò che avviene tra due paesi dell’Unione Europea”.

Sulla base delle nostre informazioni, tra il 2014 e il 2015 l’Associazione Salam ha registrato che 97 bambini arabi (accolti) sono scappati di notte per destinazioni sconosciute. Di varie nazionalità, i minori scomparsi sono 89 egiziani, 7 marocchini, due siriani, e un yemenita, ed in totale da tutti gli altri paesi – come Somalia. Nigeria, Mali, Etiopia – si arriva al numero di 407 bambini scomparsi.

Tra questi, c’è un minore di 15 anni etiope, con evidenti segni dei maltrattamenti sulle braccia, perchè appartenente alla minoranza degli Oromo. Le torture alle braccia l’hanno reso invalido. L’Associazione Salam stava raccogliendo i soldi necessari per sostenere le spese di un intervento chirurgico, ma il minore una notte è scappato facendo perdere le sue tracce. Da una comunicazione telefonica, è stato rilevato che si trovava in Svezia. ” I bambini etiopi e eritrei scappano dal servizio militare obbligatorio e i somali scappano dal gruppo terroristico Al Shabab che minaccia di morte a quelli che non ne fanno parte. I nigeriani invece scappano dal gruppo terroristico Boko Haram. In generale i bambini dei paesi africani che abbiamo accolti sono fuggiti per motivi di povertà e per difficoltà economiche del loro Paese”.

Estratto dell’articolo a cura di @AntoniettaPodda,  tradotto col supporto del mediatore culturale Ibrah Elkhas.

 

2016-02-26T13:37:30+00:00