Cibo Halal: una conferenza a Milano

//Cibo Halal: una conferenza a Milano

 

Da Ansamed: Un giro d’affari che vale 1,3 trilioni di dollari (dati 2013), che copre circa il 18% del mercato globale e riguarda un quinto della popolazione mondiale.Al cibo halal (lecito, secondo i dettami religiosi musulmani) sarà dedicata la conferenza dal titolo ”Cibo halal – un confine che non divide”, che si terrà il 23 ottobre prossimo (dalle 9.30 alle 18.00) al Centro Congressi Fondazione Cariplo di Milano. Obiettivo della giornata – organizzata da Link 2007 (associazione che raggruppa 9 tra le più importanti organizzazioni non governative italiane) e Cooperazione italiana allo Sviluppo – è quello di individuare e evidenziare gli elementi unificanti del cibo halal, non soltanto sotto il profilo alimentare e sociale ma anche economico, contribuendo così a rafforzare il dialogo e la cooperazione. Grandi opportunità, ricordano i promotori, anche per le aziende alimentari italiane lungo tutta la filiera: dallo sviluppo di tecnologie e nella logistica, alla declinazione in chiave halal di prodotti gastronomici italiani unici al mondo, fino alla macellazione.

 

 

da Onuitalia: “Il cibo islamico (halal = preparato secondo i dettami islamici; tayyeb = con criteri bio) riguarda circa un quinto della popolazione mondiale e rappresenta un elemento unificante sotto l’aspetto alimentare, sociale ed economico che la Conferenza intende individuare ed evidenziare, anche per contribuire a vedere le positività e l’interesse del rapporto con i paesi musulmani e a rafforzare la cultura del dialogo e della cooperazione.

La produzione di cibo halal/tayyeb, certificato dagli organismi competenti, è anche un elemento essenziale per una filiera di approvvigionamento globale che sia sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il mercato halal equivale a circa il 18% del mercato globale e vale (2013) US$ 1,3 trilioni. È una delle industrie emergenti nel mercato internazionale con tassi di crescita annuali importanti.

Vi sono grandi opportunità per le aziende alimentari italiane lungo tutta la filiera: (i) nello sviluppo di tecnologie e nella logistica; (ii) nella declinazione in chiave halal dei giacimenti gastronomici italiani, unici al mondo, per i quali vi è una domanda crescente ma non soddisfatta; (iii) nella macellazione. Basti pensare che oggigiorno sette paesi non-musulmani sono tra i primi 10 esportatori di carni halal verso il Golfo: Brasile, Australia, USA, Francia, Nuova Zelanda, Olanda e Germania.

Occuparsi del cibo halal rappresenta quindi un contributo all’inclusione sociale in Italia, alla mutua conoscenza e comprensione, al dialogo interculturale, alla cooperazione per lo sviluppo di partenariati internazionali in quei paesi islamici che desiderano il prodotto di qualità italiano.

L’invito è rivolto in particolare a: pubbliche amministrazioni nazionali e locali interessate, Ambasciatori dei paesi musulmani, confederazioni, federazioni, associazioni di impresa, Alleanza delle Cooperative Italiane, Camere di commercio, singole aziende e operatori economici interessati, confederazioni e federazioni sindacali, istituti finanziari e del credito, Ong di cooperazione allo sviluppo e soggetti profit e non profit della cooperazione internazionale, rappresentanti delle comunità islamiche in Italia, organizzazioni impegnate con gli immigrati e per l’integrazione, istituti universitari, studiosi, ricercatori e persone interessate al tema. (AB, 19 settembre 2015

2015-09-22T14:03:25+00:00